Una analisi dei benefici derivanti dall’automazione industriale

Nel 2020 il mercato italiano dell’Industria 4.0 ha raggiunto un valore di 4,1 miliardi di euro, con una crescita dell’8%, guidata principalmente dalle tecnologie It. La crescita del mercato è stata inferiore alle previsioni del 2019 ma comunque positiva, considerando che le stime effettuate durante il primo lockdown prevedevano un calo del 5%. L’aumento previsto per quest’anno sarà spinto principalmente da Cloud manufacturingAdvanced automation e Advanced Himi, mentre sono previsti incrementi meno sostenuti per Industrial IoT, Advanced analytics e Additive manufacturing.
Nel 2021 vengono installati nel Paese 11.672 robot con una crescita del 50% rispetto al 2020 e un sondaggio relativo al primo semestre del 2022 ha previsto una crescita del consumo del 10,8%, senza però considerare le conseguenze derivanti dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Secondo un report di Deloitte intitolato “L’importanza di un approccio eco sistemico alle iniziative di Industry 4.0 – una fotografia del settore manifatturiero italiano”, 9 aziende su 10 riconoscono l’importanza di aprirsi a ecosistemi di smart manufacturing. In Italia però solo 139 aziende forniscono servizi di automazione per altre aziende. L’analisi proposta è della Banca Mondiale che prevede una diminuzione della forza lavoro in Europa, Giappone e Cina: sarà necessario l’utilizzo delle macchine per mantenere un livello sufficiente della produttività e, parallelamente, diverrà sempre più difficile reperire manodopera qualificata. Rispetto a questo ultimo aspetto si stima che saranno favorite le aziende dei Big data che adottano tecnologie di sfruttamento dei dati che andranno a modificare il modo in cui si raccolgono, analizzano e utilizzano le informazioni per promuovere la crescita della produttività; risulteranno poi vincenti anche le aziende di automazione industriale capaci di fornire tecnologie che aumentano la produttività, utilizzando una robotica di seconda generazione.
Per competere meglio a livello globale i produttori devono divenire più agili, saper sfruttare le nuove tecnologie e trasformarsi senza sacrificare o sostituire gli investimenti esistenti.

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